L’organismo umano dispone di un sistema recettore distinto per i Cannabinoidi, il Sistema Endocannabinoide (ECS) che influenza l’attività di molti sistemi del nostro organismo.
L’ECS è un sistema biologico composto da Endocannabinoidi, che sono neurotrasmettitori a base lipidica che si legano ai recettori dei cannabinoidi (CB) e alle proteine dei recettori dei cannabinoidi (GPCR) che sono presenti in tutto il Sistema Nervoso Centrale (SNC) dei vertebrati (compreso il cervello) e il Sistema Nervoso Periferico (SNP).
L’ECS rimane oggetto di ricerche preliminari, ma è ormai saputo che è coinvolto nella regolazione dei processi fisiologici e cognitivi, tra cui la fertilità, la gravidanza, lo sviluppo pre e postnatale, varie attività del sistema immunitario, appetito, sensazione del dolore, umore e memoria e nel mediare gli effetti farmacologici della Canapa.
L’ECS svolge un ruolo importate in molteplici aspetti delle funzioni neurali, tra cui il controllo del movimento e della coordinazione motoria, l’apprendimento e la memoria, l’ emozione e la motivazione, il comportamento simile alla dipendenza e la modulazione del dolore, tra gli altri.
Come e quando avvenne la scoperta degli Endocannabinoidi
Così come gli studi sull’oppio risultarono nella scoperta delle endorfine, (le simil-morfine naturali dei nostri cervelli), ugualmente, la ricerca sulla Cannabis ha condotto alla scoperta di una sostanza naturale, prodotta dai nostri corpi, simile al THC.
Nel 1992, una collaborazione tra i ricercatori William Devane, Lumir Hanus, Roger Pertwee e Raphael Mechoulam portò alla luce un nuovo neurotrasmettitore, detto “Cannabinoide Endogeno” o, in breve, “Endocannabinoide”, una molecola che si lega con gli stessi recettori del cervello che sono sensibili al THC.
I ricercatori chiamarono questa sostanza “Anandamide”, abbreviato in AEA, derivato dalla parola Sanscrita Ananda (“felicità”, “beatitudine”). Nel 1995 il gruppo di Mechoulam scoprì, parallelamente ad un altro gruppo di ricercatori Giapponesi, un secondo importante endocannabinoide, il 2-arachidonilglicerolo, abbreviato con l’acronimo di 2-AG. Questo endocannabinoide si lega non solo ai recettori CB1 presenti prevalentemente nel cervello, ma anche ad un secondo tipo, detti recettori CB2.
I recettori CB
Attualmente si conoscono due tipi di recettori cannabinoidi: il recettore CB1, scoperto nel 1990, e il recettore CB2, individuato nel 1993.
I recettori CB1 si trovano principalmente nell’encefalo, in particolare nei gangli basali, e in misura minore, nel cervelletto, nell’ippocampo, nel nucleo caudato, nel putamen, nell’ipotalamo e nell’amigdala. Sono stati inoltre individuati, ma con minore densità, anche nei polmoni, nel fegato, nei reni e nelle cellule dell’apparato riproduttivo sia maschile che femminile.
I recettori CB1 sono invece assenti nel midollo allungato, la parte del sistema nervoso che presiede al controllo delle funzioni respiratorie e cardiovascolari. La stimolazione dei recettori CB1 rende conto degli effetti euforizzanti dei cannabinoidi ma anche della loro azione antiemetica, antiossidante, ipotensiva, immunosoppressiva, antinfiammatoria, analgesica, antispastica e stimolante dell’appetito.
Si è a lungo ritenuto che i recettori CB2 si trovassero quasi esclusivamente sulle cellule T del sistema immunitario, con la più alta densità a livello della milza. Un recente studio ha invece mostrato la loro presenza anche a livello del sistema nervoso centrale. La stimolazione dei recettori CB2 sembra essere responsabile principalmente della azione anti-infiammatoria e immunomodulatrice dei cannabinoidi.
Come funziona l’ECS
I recettori dei cannabinoidi sono recettori accoppiati alle proteine G (GPCR). I GPCR si trovano sulla superficie delle nostre cellule. Si dice che questi recettori “agiscono come una casella di posta in arrivo per i messaggi, dialogando con le cellule e quindi con il nostro organismo”. I GPCR svolgono svariate funzioni nel corpo umano. Di conseguenza, molti farmaci, tra cui la cannabis medicinale, agiscono sui GPCR. Gli esseri umani producono endocannabinoidi che interagiscono con i GPCR CB1 e CB2. Quelli più noti sono l’anandamide (AEA) e il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG).
Perché esiste il Sistema Endocannabinoide?
L’ECS è presente nei pesci, rettili, anfibi, uccelli e mammiferi, in tutti gli animali ad eccezione degli insetti.
Vista la sua lunga storia evolutiva, gli scienziati hanno dedotto che il Sistema Endocannabinoide debba servire per funzioni di importanza basilare alla fisiologia animale.
Tutte le specie vertebrate e molte invertebrate condividono il Sistema Endocannabinoide come parte essenziale della vita e dell’adattamento ai cambiamenti ambientali.
La segnaletica endocannabinoide si dimostra decisiva attraverso tutto il processo riproduttivo nei mammiferi: dalla spermatogenesi alla fertilizzazione, passando per il trasporto nell’ovidotto dello zigote, l’annidamento dell’embrione nell’utero, lo sviluppo fetale, e perfino per lo sviluppo del piccolo una volta nato.
I recettori di questo sistema proliferano nella placenta e facilitano il cosiddetto “cross- talk”, ovvero il botta e risposta che esiste tra l’embrione e la madre.
Quali funzioni svolge?
In ogni tessuto il Sistema Endocannabinoide svolge compiti diversi, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: l’Omeostasi, o bio-equilibrio, ovvero il mantenimento di un ambiente interno stabile, nonostante le oscillazioni dell’ambiente esterno.
I cannabinoidi promuovono l’Omeostasi a tutti i livelli della vita biologica, dal sub-cellulare agli organi e all’organismo e, probabilmente, all’interazione tra organismi.
FONTI
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https://en.wikipedia.org/wiki/Endocannabinoid_system
https://www.treccani.it/enciclopedia/endocannabinoidi_%28Dizionario-di-Medicina%29/